mi perdonate? non ho voglia di copia-incollare tutto e quindi con un bel link vi rimando al mio blog dove ho postato ancora foto di pietre...se vi va cliccate e guardate! ;DD ci sono ben 9 diversi tipi di pietre : turchese,larimar,rodocrosite,ambra,lapislazzuli,corindoni, selenite,sugilite,calcedonio...
Non ha mai scritto niente di straordinario, di veramente bello, ma amava scrivere. Scriveva semplicemente anche solo il suo nome su qualsiasi cosa le capitasse tra le mani: sullo scontrino di un bar, su un pacchetto di sigarette...
Più di ogni altra cosa però scriveva i suoi pensieri. Ogni tanto buttava giù qualche poesia, che poi copiava sui diari di scuola delle sue amiche (come fanno un pò tutte le adolescenti) e allora sì che è successo!
E così prosegue il mio... UNA POESIA RISVEGLIA I RICORDI...
Sì, proprio quella mattina lì, una mattina come tutte le altre, si alzò presto; era ancora buio pesto fuori e una bella gelata l'aspettava oltre l'uscio di casa, ma lei ormai ci era abituata a quelle levate impossibili, inconcepibili per una adolescente dei nostri giorni.
La madre già intenta al lavatoio dietro casa e il padre nella piccola stalla a mungere le due vacche e a governare gli agnellini comprati pochi giorni prima al mercato del villaggio.
Lei invece, la più grande di 6 figli, ma di appena 9 anni, già sapeva come riattizzare il fuoco dalla cenere della notte nel camino per scaldarsi una scodella di latte fresco e come tagliarsi una fetta di pancetta dal quarto di bestia appesa nella ghiacciaia e farla sfrigolare nel lardo che la madre aveva già lasciato pronto in una padella talmente usata e riusata, che ai nostri giorni già farebbe bella mostra di sè sopra cumulo di spazzatura "indifferenziata"!
E come tagliare una fetta di pane raffermo col coltello da caccia del padre (e da cucina, per la madre) senza lasciare sul tavolo anche quattro falangi e un litro di sangue!
Dopo essersi rifocillata dal digiuno notturno con una colazione tale che i nostri assistenti sociali ci andrebbero a nozze, si apprestò a svegliare gli altri sui fratellini e sorelline, uno alla volta, delicatamente o senza troppe cerimonie, a seconda dell'età e spronandoli a prepararsi chi per aiutare il padre a far legna nel bosco e chi ad imparare, gioco o forza, dalla madre a come accudire una casa... tranne la più piccolina, di neanche un anno, che lasciò beatamente dormire rimboccandole le coperte e coprendo un piedino scopertosi nei suoi sogni agitati e ormai freddissimo.
Bene, quella mattina, lei aveva deciso che sarebbe andata a trovare la sua vecchia e saggia insegnante per mostrarle un racconto che aveva prima sognato e poi tanto faticosamente trascritto su fogli di carta, appena due fogli, pieni di una calligrafia grande e disordinata; carta sottratta di nascosto dalla cesta degli scarti per alimentare il fuoco e gelosamente conservata; carta ottenuta, come le aveva rudemente spiegato il conciapelli del villaggio, che un pochino ne capiva, dalla lavorazione di certi tessuti ormai totalmente inutilizzabili per altri scopi. Già il fatto di avere tra le mani quei pezzi di carta le dava una scarica di emozioni infinita... Prima di "sporcarla" con la sua rozza grafia di figlia di contadini, se l'era accostata al viso, l'aveva annusata, se l'era strofinata sulle guance delicatamente, ne aveva assaggiato il sapore con la punta della lingua, nella speranza di assorbire dentro di sè tutte le storie che quei tessuti avevano da donarle prima di morire e rinascere a nuova vita per lei...
Nascose quei pochi fogli stropicciati in fondo alla sua bisaccia e, uscendo di casa, urlò da lontano alla madre, per tema che questa la bloccasse, che si sarebbe recata al villaggio a trovare la sua vecchia insegnante e si avviò lungo il sentiero che attraversava tutto il bosco, prima di riaffacciarsi sulle prime case di quel villaggio adagiato in una vallata verde e protetta dalle montagne.
Sapeva di dover agire in quel modo per recarsi da quell'anziana signora (che ai nostri occhi aveva quasi quarant'anni ma che agli occhi di una bambina di nove, doveva sembrare assai vecchia...) perchè il suo periodo di studio era terminato da un pezzo... Appena sei mesi di "scuola" accumulati in quasi tre anni! Spizzichi di studio rubati ai lavori di casa, al lavoro nei campi, al sonno, ed erano già passati altrettanti anni dalla sua ultima "lezione", ma erano rimaste ottime amiche e così, ogni tanto, scendeva in paese a trovarla, attraversando quel bosco dove nessuno le aveva mai fatto compagnia, nè all'alba, nè al tramonto, quando tornava dopo la "scuola" dove aveva anche imparato a scrivere... "sgorbi", come li chiamava affettuosamente la sua vecchia insegnante, ma che la facevano sentire orgogliosa di se stessa e sognare che un giorno sarebbe potuta volare via da un destino già deciso prima ancora della sua nascita...
Forte quindi del suo coraggio, si avviò lungo il sentiero immaginando le lodi della sua amata
insegnante.
Arrivata alla soglia di casa bussò piano ma, non ottenendo risposta, bussò più forte e in quel mentre la porta si aprì da sola, lentamente... Lei si affacciò titubante all'interno, riconoscendo subito l'odore di una casa con un camino che tira perfettamente il fumo, di una casa dove le finestre non sono sporche di fuliggine e hanno sempre bellissimi pizzi ai vetri, una casa che può permettersi persino un tappeto di lana riccamente decorato a mezzo punto con tralci di rose nel "salotto" (ecco un'altra parola a lei sconosciuta fino a pochi anni prima!).
Entrò in punta di piedi, chiamando sottovoce e lasciando l'uscio ben spalancato, in caso di fuga precipitosa.
La casa era assolutamente silenziosa, ma non avvertì nell'aria alcun pericolo: il gatto era come sempre acciambellato sulla sedia vicino al camino, dove il fuoco languiva in attesa che la padrona di casa gli donasse un ciocco di legno nuovo nuovo da mangiare.
Anche il bollitore del tè non era sul fuoco, ma questo poteva significare che la sua insegnante era uscita presto per fare delle compere ed aveva sbadatamente dimenticato di chiudere bene la porta di casa. Allora richiuse la porta e si accomodò sulla poltrona, vicino alla sedia del gatto davanti al camino; si tolse le scarpe e cercò di infilare i piedi sotto la pancia del gatto per scaldarseli un pò, ma quello la guardò con sdegno e scese dalla sedia col naso all'insù, offeso da un tale oltraggio per un gatto del suo rango (dovete sapere che era un incrocio tra un normalissimo gatto di casa e una gatta persiana, ma lui si credeva di razza pura e quindi, capirete il suo contegno...).
Quindi anche lei si rialzò dalla poltrona, rinfilò le scarpe e decise di fare un giro per quella casa di cui conosceva, fino a quel momento, soltanto il salotto dove la sua vecchia insegnante le aveva dato lezione, facendo però promettere alla sua natura curiosa che non avrebbe toccato assolutamente niente!
Avvicinatasi al tavolino dove un tempo compitava tabelline e verbi, vide un biglietto piegato a metà con posato sopra una bacca di rosa canina... non seppe perchè, ma capì che era indirizzato a lei... infatti proprio la marmellata di rosa canina era il suo dolce preferito, che mangiava solo quando andava a trovare quella saggia signora perchè a casa propria certi cibi non erano nemmeno contemplati!
Aperto il bigliettino si accorse che quella carta non era come la carta che conosceva lei, era diversa al tatto e aveva impresse sopra delle righe di un azzurro sbiaditissimo che avevano fatto da guida alla bella grafia della sua insegnante e l'inchiostro, quanto era bello! Verde come il sottobosco d'estate e viola come certi cieli d'autunno dopo un temporale... Solo la sua insegnante poteva scrivere su un materiale tanto prezioso e quell'inchiostro... chissà da dove veniva...
Lo lesse prima ad alta voce poi, quando finalmente riuscì a leggerlo senza intoppi, lo ripassò mentalmente svariate altre volte, ma più leggeva e meno ne capiva il senso..
e le tonalità che vanno dal verde più chiaro ,alla tonalità verde smeraldo fino al verde bosco scuro quasi nero.
Ecco due bei pani da sfornare se volete risollevarvi un pò il morale, visto il tempaccio di questi giorni, talmente gelido da aver costretto anche noi Streghe dell'Antro a starcene rintanate nelle nostre casette e ad abbandonare per un pò al suo destino il nostro "covo"...
Sono tornata oggi e quando ho aperto la porticina ho trovato una tale desolazione...
Foglie secche ovunque, 4 dita di polvere su tutti i mobili, ragnatele come tende alle finestre...
Solo il fornello ho trovato usato di fresco, segno che almeno qualcuno è passato a farsi una tisana corroborante prima di rituffarsi nella tormenta di neve per correre verso casa...
Non ho certo voglia di mettermi a far le pulizie grosse... che quelle si fanno solo a Primavera ^___^ e poi ho scordato (te pareva!!!) a casa, nell'altra bisaccia, il libro degli incantesimi casalinghi e quindi non posso usare la formula "Pirulì Pirulà Tutto Lo Sporco Via Di Quà" perchè non conosco i passi, i gesti e la bacchetta potrebbe rivoltarsi contro di me... Sia mai!!!!
PANBRUCO per risollevarsi il morale
con ricetta copincollata direttamente dalla mia cucina virtuale, togliendo qualche foto per non stancarvi troppo, ma basta andare sul nome della ricetta per il post completo :)
Anche questa ricetta copincollata direttamente dalla mia cucina virtuale e anche qui, se volete, basta cliccare sul nome della ricetta per il post integrale :)))
Io vi dò le dosi poi a voi diminuire o aumentare se volete farlo più o meno grande... o tanti bei piccoli PANSTREGATI :D
Forno bello caldo al massimo della temperatura (il mio arriva a 220°)
Per la parte ARANCIONE
300 gr. farina "00"
200 + 50 ca gr. Manitoba (50 per le "aggiunte" di cui sotto)
250 gr polpa di zucca cotta in forno
1 cucchiaio olio evo
1 cucchiaino raso sale fino
1 cucchiaio zucchero di canna Panela
250 ml acqua tiepida
7 gr lievito secco (corrispondente ad 1 bustina di lievito Mastro Fornaio della PaneAngeli)
Mescolare bene i due tipi di farina e fare una fontana al centro di una spianatoia di legno (o dentro una bella ciotolona) e fare il buco al centro, dove mettere il sale, l'olio, l'acqua tiepida e il lievito, coprire con un velo di farina e sopra aggiungere lo zucchero e la polpa di zucca passandola in un passaverdura o nello schiacciapatate con i buchi più piccoli (quello che resta "fuori" dai buchetti, buttarlo comunque nell'impasto!).
Cominciare ad impastare amalgamando man man gli ingredienti al centro del buco con una forchetta tirando "giù" la farina poco alla volta, poi impastare bene il tutto lavorando con forza la pasta, formando una palla liscia e omogenea.
Essendovi la polpa di zucca, l'impasto tenderà ad essere più bagnato, quindi aggiungete man mano farina fino a che non vi si appiccicherà praticamente più alle dita (lavoratela così almeno 15 minuti, anche più se ne avete la forza ^__^ sbattendola sul piano di lavoro... non abbiate paura di farle male! E' un ottimo antistress...) e poi sistematela in una ciotola col fondo cosparso di farina, coprite con un telo appena umido e lasciate lievitare al caldo per almeno 2 ore, magari in cucina vicino al forno acceso, o al termosifone... che tra un pò tanto tocca accenderli! ^__^
Per la parte NERA
250 gr. farina "00"
50 gr. farina d'orzo integrale
50 gr. farina di semi lino integrale
50 gr. farina di castagne!!!
100 gr. farina di farro integrale
1 + 1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di sale fino
1 cucchiaio di zucchero bianco
250 ml acqua tiepida
7 gr di lievito secco (come sopra)
Amalgamate bene in una ciotola tutte le farine poi trasferite sulla spianatoia, formate la fontana, fate il buco al centro e mettete l'olio, il sale, l'acqua tiepida, il lievito e lo zucchero e cominciate, come sopra, a lavorare man mano la pasta fino ad ottenere una palla liscia, lavoratela a lungo anche se noterete che si formerà molto prima di quella arancione :)
Anche questa ponetela a lievitare al caldo per 2 ore in una ciotola col fondo cosparso di farina e coperta con un telo appena umido.
Dopo la lievitazione di entrambi gli impasti, riprendeteli e rilavorateli un pò, poi date loro la forma di due filoncini e, affiancandoli, intrecciateli l'uno all'altro, poi bagnatevi bene le mani di olio evo e "massaggiate" la superficie della treccia di pane, praticate con una lama liscia dei tagli sull'impasto e infornate in forno già ben caldo sulla placca del forno stesso (con sotto la carta forno) per almeno un'ora o fino a che la crosta non sarà bella dorata.
Lasciate freddare a forno semiaperto e... gustate poi così, semplicemente decidendo per ogni fetta se finire col sapore di "castagna" o di "zucca" oppure fatene delle bruschette con un olio delicato o con un filo di miele.... :P***