Ecco un'altra "piccola" Perla di Carta, che ho terminato di leggere pochi giorni fa! 

Un romanzo che si legge tutto d'un fiato... o almeno così avrei voluto poterlo leggere, se avessi potuto fare a meno di andare al lavoro per chiudermi in casa a leggere... :DDD
IL MIO GROSSO GRASSO AMORE di Peter Sheridan

(foto presa dal sito linkato nel titolo)

Attirata prima dalla copertina (quella bella ragazza rotondetta che addenta un golosissimo pasticcino!!!) e poi dalla trama, ambientata a Dublino!!!

E' rimasto un pochetto a "decantare" nella pila di libri che ho sul comodino, poi una sera l'ho aperto... e non l'avrei più lasciato fino alla fine!

E' un romanzo che, per essere scritto da un uomo, traccia un'immagine di donna meravigliosamente forte, attaccata con le unghie e con i denti al suo ideale di famiglia e che lotta fino alla fine per ritagliarsi, giustamente, uno spazio per sè e per i suoi figli in un mondo che vorrebbe vederla relegata al ruolo di moglie succube di un marito violento ed ubriacone.
Ma lo fa con un'autoironia esilarante e a tratti malinconica.
Attorno alla sua vita, ruotano quelle di altre persone, che rimarranno legate a lei per sempre e ammetto di aver riso a crepapelle con lei, ma anche di aver pianto per e con lei... ma non voglio rovinarvi il resto della storia, anche perchè la trama la potete leggere cliccando sul titolo stesso del libro... cosa però che sconsiglio vivamente... correte a procurarvi il libro e a leggerlo... non ve ne pentirete... parola di Strega! ^____^

mi perdonate? non ho voglia di copia-incollare tutto e quindi con un bel link vi rimando al mio blog dove ho postato ancora foto di pietre...se vi va cliccate e guardate! ;DD ci sono ben 9 diversi tipi di pietre : turchese,larimar,rodocrosite,ambra,lapislazzuli,corindoni, selenite,sugilite,calcedonio...


SIMONA, del blog "La palude dei colori" mi ha invitata a partecipare ad un giochino davvero intrigante, almeno per me... :)

Ho deciso però di farlo sul blog del nostro Antro perchè è qui che lascio i miei racconti un pò magici un pò strani... ^___^

Se volete potete partecipare anche voi, se vi dilettate di scrittura! Ohi! Non dovete mica essere scrittori professionisti! Allora io mi butterei giù dal dirupo e non avrei mai il coraggio di presentarmi con questo! :DDD

L'ho scritto di getto, appena letto l'incipit di Simona mi è venuta l'idea, una specie di folgorazione... bè, non ho i capelli dritti nè la punta delle dita ustionate... ma le vescichette sui polpastretti a forza di scrivere presa dal raptus creativo sì! :*DDD

Bene, per le regole andate a trovare SIMONA, c'è tempo fino al 10 marzo e c'è in palio... UN LIBRO!!! Potevo resistere?!!! ^_____^

e qui comincia il racconto, dal suo

INCIPIT 

Non ha mai scritto niente di straordinario, di veramente bello, ma amava scrivere. Scriveva semplicemente anche solo il suo nome su qualsiasi cosa le capitasse tra le mani: sullo scontrino di un bar, su un pacchetto di sigarette...
Più di ogni altra cosa però scriveva i suoi pensieri. Ogni tanto buttava giù qualche poesia, che poi copiava sui diari di scuola delle sue amiche (come fanno un pò tutte le adolescenti) e allora sì che è successo!

E così prosegue il mio... UNA POESIA RISVEGLIA I RICORDI...

Sì, proprio quella mattina lì, una mattina come tutte le altre, si alzò presto; era ancora buio pesto fuori e una bella gelata l'aspettava oltre l'uscio di casa, ma lei ormai ci era abituata a quelle levate impossibili, inconcepibili per una adolescente dei nostri giorni.



La madre già intenta al lavatoio dietro casa e il padre nella piccola stalla a mungere le due vacche e a governare gli agnellini comprati pochi giorni prima al mercato del villaggio.

Lei invece, la più grande di 6 figli, ma di appena 9 anni, già sapeva come riattizzare il fuoco dalla cenere della notte nel camino per scaldarsi una scodella di latte fresco e come tagliarsi una fetta di pancetta dal quarto di bestia appesa nella ghiacciaia e farla sfrigolare nel lardo che la madre aveva già lasciato pronto in una padella talmente usata e riusata, che ai nostri giorni già farebbe bella mostra di sè sopra cumulo di spazzatura "indifferenziata"!
E come tagliare una fetta di pane raffermo col coltello da caccia del padre (e da cucina, per la madre) senza lasciare sul tavolo anche quattro falangi e un litro di sangue!

Dopo essersi rifocillata dal digiuno notturno con una colazione tale che i nostri assistenti sociali ci andrebbero a nozze, si apprestò a svegliare gli altri sui fratellini e sorelline, uno alla volta, delicatamente o senza troppe cerimonie, a seconda dell'età e spronandoli a prepararsi chi per aiutare il padre a far legna nel bosco e chi ad imparare, gioco o forza, dalla madre a come accudire una casa... tranne la più piccolina, di neanche un anno, che lasciò beatamente dormire rimboccandole le coperte e coprendo un piedino scopertosi nei suoi sogni agitati e ormai freddissimo.

Bene, quella mattina, lei aveva deciso che sarebbe andata a trovare la sua vecchia e saggia insegnante per mostrarle un racconto che aveva prima sognato e poi tanto faticosamente trascritto su fogli di carta, appena due fogli, pieni di una calligrafia grande e disordinata; carta sottratta di nascosto dalla cesta degli scarti per alimentare il fuoco e gelosamente conservata; carta ottenuta, come le aveva rudemente spiegato il conciapelli del villaggio, che un pochino ne capiva, dalla lavorazione di certi tessuti ormai totalmente inutilizzabili per altri scopi. Già il fatto di avere tra le mani quei pezzi di carta le dava una scarica di emozioni infinita... Prima di "sporcarla" con la sua rozza grafia di figlia di contadini, se l'era accostata al viso, l'aveva annusata, se l'era strofinata sulle guance delicatamente, ne aveva assaggiato il sapore con la punta della lingua, nella speranza di assorbire dentro di sè tutte le storie che quei tessuti avevano da donarle prima di morire e rinascere a nuova vita per lei...

Nascose quei pochi fogli stropicciati in fondo alla sua bisaccia e, uscendo di casa, urlò da lontano alla madre, per tema che questa la bloccasse, che si sarebbe recata al villaggio a trovare la sua vecchia insegnante e si avviò lungo il sentiero che attraversava tutto il bosco, prima di riaffacciarsi sulle prime case di quel villaggio adagiato in una vallata verde e protetta dalle montagne.

Sapeva di dover agire in quel modo per recarsi da quell'anziana signora (che ai nostri occhi aveva quasi quarant'anni ma che agli occhi di una bambina di nove, doveva sembrare assai vecchia...) perchè il suo periodo di studio era terminato da un pezzo... Appena sei mesi di "scuola" accumulati in quasi tre anni! Spizzichi di studio rubati ai lavori di casa, al lavoro nei campi, al sonno, ed erano già passati altrettanti anni dalla sua ultima "lezione", ma erano rimaste ottime amiche e così, ogni tanto, scendeva in paese a trovarla, attraversando quel bosco dove nessuno le aveva mai fatto compagnia, nè all'alba, nè al tramonto, quando tornava dopo la "scuola" dove aveva anche imparato a scrivere... "sgorbi", come li chiamava affettuosamente la sua vecchia insegnante, ma che la facevano sentire orgogliosa di se stessa e sognare che un giorno sarebbe potuta volare via da un destino già deciso prima ancora della sua nascita...

Forte quindi del suo coraggio, si avviò lungo il sentiero immaginando le lodi della sua amata
insegnante.

Arrivata alla soglia di casa bussò piano ma, non ottenendo risposta, bussò più forte e in quel mentre la porta  si aprì da sola, lentamente... Lei si affacciò titubante all'interno, riconoscendo subito l'odore di una casa con un camino che tira perfettamente il fumo, di una casa dove le finestre non sono sporche di fuliggine e hanno sempre bellissimi pizzi ai vetri, una casa che può permettersi persino un tappeto di lana riccamente decorato a mezzo punto con tralci di rose nel "salotto" (ecco un'altra parola a lei sconosciuta fino a pochi anni prima!).

Entrò in punta di piedi, chiamando sottovoce e lasciando l'uscio ben spalancato, in caso di fuga precipitosa.
La casa era assolutamente silenziosa, ma non avvertì nell'aria alcun pericolo: il gatto era come sempre acciambellato sulla sedia vicino al camino, dove il fuoco languiva in attesa che la padrona di casa gli donasse un ciocco di legno nuovo nuovo da mangiare.
Anche il bollitore del tè non era sul fuoco, ma questo poteva significare che la sua insegnante era uscita presto per fare delle compere ed aveva sbadatamente dimenticato di chiudere bene la porta di casa. Allora richiuse la porta e si accomodò sulla poltrona, vicino alla sedia del gatto davanti al camino; si tolse le scarpe e cercò di infilare i piedi sotto la pancia del gatto per scaldarseli un pò, ma quello la guardò con sdegno e scese dalla sedia col naso all'insù, offeso da un tale oltraggio per un gatto del suo rango (dovete sapere che era un incrocio tra un normalissimo gatto di casa e una gatta persiana, ma lui si credeva di razza pura e quindi, capirete il suo contegno...).
Quindi anche lei si rialzò dalla poltrona, rinfilò le scarpe e decise di fare un giro per quella casa di cui conosceva, fino a quel momento, soltanto il salotto dove la sua vecchia insegnante le aveva dato lezione, facendo però promettere alla sua natura curiosa che non avrebbe toccato assolutamente niente!

Avvicinatasi al tavolino dove un tempo compitava tabelline e verbi, vide un biglietto piegato a metà con posato sopra una bacca di rosa canina... non seppe perchè, ma capì che era indirizzato a lei... infatti proprio la marmellata di rosa canina era il suo dolce preferito, che mangiava solo quando andava a trovare quella saggia signora perchè a casa propria certi cibi non erano nemmeno contemplati!

Aperto il bigliettino si accorse che quella carta non era come la carta che conosceva lei, era diversa al tatto e aveva impresse sopra delle righe di un azzurro sbiaditissimo che avevano fatto da guida alla bella grafia della sua insegnante e l'inchiostro, quanto era bello! Verde come il sottobosco d'estate e viola come certi cieli d'autunno dopo un temporale... Solo la sua insegnante poteva scrivere su un materiale tanto prezioso e quell'inchiostro... chissà da dove veniva...

Lo lesse prima ad alta voce poi, quando finalmente riuscì a leggerlo senza intoppi, lo ripassò mentalmente svariate altre volte, ma più leggeva e meno ne capiva il senso..


SO CHE PASSERAI DI QUI QUESTA MATTINA
TI PREGO NON ESSERE IN PENSIERO PER ME E ABBI CURA DEL MIO GATTINO
TORNERO' ENTRO SERA MA PUOI CHIUDERE A CHIAVE LA PORTA,
A ME NON SERVIRA'
A PRESTO, CON AFFETTO
M.

Bè, il "a presto con affetto M." era fin troppo chiaro, come pure il fatto di dover nutrire il "gattino" (gattino?! ma sarà pesato più di uno degli agnellini di suo padre!!!) era il resto che non riusciva a spiegarsi... come poteva sapere quella signora che LEI sarebbe passata a trovarla proprio quel giorno?!! E poi, come sarebbe rientrata se le avesse chiuso la porta a chiave?!
Le finestre non erano troppo piccole, è vero, ma per quanto volesse bene a quella cara signora, era pur sempre in grado di vedere quanto fosse generoso quel suo sederone...

Sempre più confusa, mise il biglietto nella bisaccia e continuò la sua ispezione della casa, ignorando deliberatamente il pasciutello "gattino", certa che qualche ora di digiuno non l'avrebbe fatto morire di fame!

Scoprì che quella casa non era poi così grande come la credeva; infatti oltre al salotto stava un piccolo retrostanza adibito a cucina e lavatoio e poi un'altra stanzetta, così piccola che se l'immaginava la sua vecchia insegnante girare goffamente su se stessa per entrarne o uscirne, con una finestrella piccola e vicina al soffitto, protetta da due sbarre di ferro incrociate, un portacandela incastonato nel muro con un mozzicone di candela mezzo consumato e sulla parete opposta alla porta, ma così vicina che allungando un braccio la si poteva toccare, un muretto imbiancato di fresco, con posato sopra una tavola di legno tirata a lucido, con un buco chiuso da un coperchio, pure lui di legno, con una maniglia di ferro e lì vicino, per terra, un secchio con dentro acqua pulita, un panno accuratamente piegato sul bordo e sopra questo... un SAPONE!!! Lì per lì non capì di che mistero si trattasse, ma quando si avvicinò al buco e tolse il coperchio per guardarvi dentro, ne sentì un tale tanfo che capì immediatamente di che luogo si trattava e scappò via chiudendo la porta!

Ancora sconvolta dall'idea che la gente del villaggio amasse conservare dentro casa ciò che la natura chiamava a distribuire nel bosco (così utile alle piante, diceva sempre suo padre!) si avviò verso quella che sembrava l'ultima stanza della casa.

E fu proprio ciò che vide in quella stanza a lasciarla senza fiato e a farle scordare la brutta avventura appena vissuta! Una stanza non più grande del salotto, con un letto di legno scuro massiccio e un armadio pure lui bello massiccio; un tavolinetto accanto al letto, con sopra una piccola bugia con una candela nuova di zecca e un libro di quelli che solo la sua vecchia insegnante poteva avere... Si avvicinò e cercò di leggerne il titolo... "i..l sssss...i...g..n..o...rrrr....e ..... d...e...g...." ma con la coda dell'occhio vide alla sua sinistra, un pò nascosto dall'armadio, qualcosa che le fece rimettere il libro al suo posto e sgranare gli occhi per la meraviglia!!
Un altro mobile alto e stretto nascosto da un drappo verde e viola, proprio le stesse sfumature dell'inchiostro del suo biglietto e quei colori cambiavano a seconda di come lei si spostava da un piede all'altro... Si avvicinò e toccò quel drappo e lo sentì, sotto le sue ruvide dita, morbido e liscio come la pelle della sorellina che aveva lasciato nel letto quel mattino... Non aveva idea di cosa fosse, ma sapeva che se fosse stata ricca, avrebbe vestito solo di quel tessuto!

Era seta, sapete, e delle più preziose!

Toccandolo però ne provocò la caduta, tale ne era la leggerezza e scivolando a terra rivelò nascondere uno specchio!

Si guardò e rimirò in quella lastra che pareva argento fuso, altro che la vecchia lastra di ferro tirata a lucido dal padre prima di farsi la barba!
Guardò prima se stessa e poi tutta la stanza riflessa nello specchio e si avvicinò per annusarne la superficie... sì, perchè a lei piaceva annusare e toccare le cose, per conoscerle!
Come sfiorò la superficie d'argento con la punta del naso, quella prese ad ondeggiare come se il suo naso fosse stato un sassolino e lo specchio l'acqua di un lago, ondeggiando pian piano in cerchi sempre più larghi, fino a tornare assolutamente immobile.

Che prodigio era mai, questo!?

Riprovò di nuovo con la punta del dito, appena appena, e lo stesso risultato ottenne.

Allora vi posò tutto il palmo della mano, ben teso, ma questa volta la mano, anzichè trovare la resistenza elastica dello specchio, lo oltrepassò completamente! Fece un salto all'indietro per lo spavento e cadde lunga distesa e lì vicino ai suoi piedi, c'era il gatto seduto a leccarsi una zampina e a fare le fusa... ma la curiosità era troppo grande, quindi si rialzò sistemandosi il vestito e i capelli per ridarsi un contegno e ripetè il gesto.
Passò prima la mano e di là non sentì nulla di nulla, allora spinse fino al gomito e provò a spostare di qua e di là il braccio sperando di vedere un varco, ma la parte di superfice dello specchio "tagliato" dal suo braccio, era un tutt'uno con la sua pelle e non le diede modo di vedere nulla oltre.
Allora prese un grosso respiro, come quando d'estate si divertiva a stare sotto lo scroscio della cascata giù al fiume, chiuse gli occhi e passò di là con tutto il corpo!

Rimase ancora qualche istante immobile, senza respirare e con gli occhi stretti ascoltando intorno a sè rumori o qualcosa che la toccasse; non sentendo nulla lasciò andare il fiato, aprì prima un occhio poi l'altro e si ritrovò in penombra, con le spalle vicino ad una vecchia porta in legno e a pochi centimetri da lei un pesante tendaggio.

Lo scostò pian piano e guardò cosa nascondeva.

Con sua grande, immensa meraviglia, si ritrovò in un luogo che solo nei suoi sogni più segreti aveva provato ad immaginare, sogni alimentati dalla sua vecchia e cara insegnante, che sennò lei mica poteva sapere com'era fatto il luogo dove si comprano i libri!

Era la più grande LIBRERIA (altra parola su cui aveva faticosamente studiato!) che avesse mai visto... bè, era l'UNICA che avesse mai visto...

Pavimento in legno consunto dagli anni, scaffali anch'essi in legno su e su fino al soffitto e su tutte le pareti pieni di libri! Libri a non finire!!!

Mentre osservava quel mondo meraviglioso, si sentì sfiorare le gambe e guardando in basso vide il gatto avviarsi tranquillamente oltre quel tendone, verso un bancone di legno al centro della stanza e non riuscì a richiamarlo, bloccata dalla visione di tanta gente in abiti per lei completamente estranei, tutti in fila ordinatamente ad aspettare qualcosa e, cosa ancor più straordinaria, l'ultima persona in fila, era proprio la sua insegnante!!!

Non poteva non riconoscerla, anche se indossava non il suo solito, ampio vestito, ma... le BRACHE!!!! Che cosa assurda vedere quel sederone e quelle gambone strette in quegli abiti che solo gli uomini, al suo villaggio, indossavano... era una visione così assurda che cominciò a sghignazzare coprendosi la bocca con la mano, ma ormai il danno era fatto e la sua cara insegnante si voltò a quel rumore e rimasero per un attimo a fissarsi occhi negli occhio.. poi il gatto si strusciò felice su quelle gambone e la vecchia signora si piegò fin dove poteva per accarezzarlo (ovvero, la testolina, se lui si metteva a due zampe...) e rimproverandolo amabilmente per aver trasgredito alla regola e aver attraversato lo specchio conducendo accidentalmente fin lì la sua giovane amica ed ex allieva... Naturalmente lei era troppo saggia per sgridarla apertamente e dare la colpa al gatto era un modo per sdrammatizzare e lui lo sapeva e quindi continuò a strusciarsi a fare le fusa!

Con un cenno la vecchia signora la chiamò a sè e le disse di aspettarla vicino all'ingresso della libreria, proprio di fianco al bancone e così questa fece, continuando a bearsi di quel mondo meraviglioso e senza far caso alle occhiate curiose dei clienti del negozio.

Appena fuori, la signora la prese per mano ed entrarono in un bel bar-pasticceria-internetpoint e ordinò due belle tazzone di cioccolata calda con doppia panna montata, spolverate di cannella, cosa che la sua giovane amica non aveva mai visto, ma di cui si annamorò perdutamente al primo assaggio!!

Mentre sorseggiavano quella bontà celestiale, la vecchia signora cercò di spiegare alla sua giovane amica il prodigio vissuto e quando questa le disse che aveva paura di quel mondo strano e che il padre l'avrebbe punita se fosse tornata a casa tardi, la sua insegnante la tranquillizzò spiegandole che non doveva preoccuparsi per questo, perchè il tempo scorreva solo nel mondo in cui si trovavano in un certo momento, mentre nell'altro, dove l'attendeva la sua vita "normale", avrebbe ripreso il suo normale corso solo al suo ritorno, e così via per tutte le loro altre visite future da un mondo all'altro.
Così la bambina ascoltò tutto quanto, e pareva rifiorire, non dubitando mai di una sola parola della sua amata insegnante, che le raccontò di com'era anche lei capitata per caso in quel mondo e le spiegò cos'era quell'affare che stavano osservando, pieno di strani tasti e con la faccia piatta e luminosa;  cos'era un blog, di quando, appena un paio di anni prima ne aveva aperto uno insieme ad altre sue amiche Streghe (perchè sì, di una Strega si trattava!!!) e aveva preso a viaggiare da un mondo all'altro ma che alla fine si era affezionata al villaggio, dove insegnava ai bambini a leggere e a far di conto.
La bambina imparò tutto questo e prese a viaggiare ogni volta che poteva dal suo mondo al nostro, tecnologico e "alieno", sempre in compagnia di quella Strega che imparò a chiamare Zia e qui potè studiare, diplomarsi e persino laurearsi e quando la sua amata Zia non fu più nè del suo mondo nè di questo nostro, prese il suo posto al villaggio, vivendo nella stessa casa e tenendosi ben caro quel "bagno" che tanto tempo prima l'aveva tanto spaventata e facendovi costruire con dei tubi di plastica (presi dal nostro mondo, ma spacciandoli per un mirabile prodigio di uno Stregone Eremita) un bello scarico, spargendo così in tutto il villaggio la "moda" degli sciacquoni e adottando un altro gatto, uguale a quello della sua Zia, figlio di discendenti di quello originale!

Ma la cosa più cara, il ricordo più bello che si sarebbe portata dentro fino a quando anche lei non sarebbe più stata nè del suo mondo, nè del nostro, fu quello di un giorno, dopo molti anni passati a cavallo tra quelle due vite, in cui incontrò in quello stesso bar-pasticceria-internetpoint una sua vecchia compagna di università che le recitò a memoria una poesia che lei una volta le aveva dedicato e scritto sull'agenda in un momento, per la sua amica, molto difficile:

Quando pensi che i sogni non esistano
Quando pensi che la vita è dovere
Quando guardi avanti e non vedi alternative
Immagina di alzarti una mattina
Di fare tutto ciò che fai sempre quando ti alzi
Poi di avviarti su un sentiero noto 
ma non per questo meno temuto
E di trovarvi in fondo le mani tese di un'amica
Prendi quelle mani e lasciati guidare fiduciosa
Fino a che le tue gambe non sapranno andare da sole
A quel punto guardati indietro
E vedrai che senza saperlo
Avrai vissuto tutti i sogni che sognavi di vivere!

Ecco... è così che è cominciato il ricordo di una vita intera, e che lei decise di lasciare trascritto qui, in ricordo di quella vecchia amica un pò Strega, un pò Zia e che dedica a chiunque passi ancora di qui e abbia voglia di perdersi un pò fino a non capire più quale sia il suo mondo reale... se questo in cui scriviamo di blog & C. o se quell'altro, dove non sai far di conto e il tuo pensiero primario è saper ravvivare un fuoco dalla cenere della notte e tagliare un pezzo di pane raffermo con un coltellaccio dai mille usi, senza lasciar sul tavolo quattro falangi e un litro di sangue...

Ma poi, quanto è importante?!


















Questa è la malachite , nella prima foto da destra : una forma irregolare, due piramidine, una collana a sferette irregolari, un monile ciondolo ovale con cornice argento, un ovetto, una forma "triangolare" smussata , una masserella naturale -solo levigata- a forma di "cervello" : è una delle "cristallizzazioni" a masserelle che può avere la malachite!
La forma irregolare è dal lato lavorato , nella seconda foto c'è la parte non levigata ( vedete come si notano le striature "tipo anelli di albero"!e la parte centrale che mostra la cristallizzazione naturale )e sempre la forma triangolare e la malachite a cervellino per evidenziare meglio.
La terza e quarta foto sono identiche : ho solo ruotato l'ovetto e un lato delle piramidi per mostrarvi come cambino le striature-macchie della malachite...
e le tonalità che vanno dal verde più chiaro ,alla tonalità verde smeraldo fino al verde bosco scuro quasi nero.
E' una pietra che per i suoi disegni si presta molto ad essere usata per monili, sfruttando i suoi disegni naturali, la lucidità " cerosa" quando viene levigata, le "macchiettature"... dando forme molto diverse ( spesso si trovano vari animali e posaceneri, scatoline intagliate oltre che ciondoli in varie forme) ...ecc...
Non lasciatela a bagno nell'acqua perché come la turchese si macchierebbe , né esponetele al sole e se le indossate attente a tenerle non a contatto con cosmetici e profumi perché le macchierebbero! E' anche molto tenera e si graffia facilmente .
Se volete acquistare degli oggetti in malachite State Attente perché spesso vengono vendute statuette in pasta di malachite ( cioè la polvere degli scarti di lavorazioni mischiati a colle e reimpastati) che sono sì di malachite ma ovviamente non essendo intagliati dalla pietra naturale hanno minor valore e NON devono essere costose!
( a volte non sono neanche fatte con polvere di malachite ma sono solo frutto di impasti di magnesite e altri scarti minerali mischiati a colle e colorati ,quindi di ancor più basso valore... diciamo validi solo come souvenir e non come minerali!).
Tutte le foto sopra (ad eccezione delle piramidi che sono lavorate a macchina) riprendono oggetti provenienti da malachite africana lavorata a mano : intagliata e levigata artigianalmente in Kenya (e fanno parte della mia collezione).











































Nel passato (cliccate su etichette : pietre) vi ho parlato tanto di cristalli e sassi : ora che ho una fotocamera digitale tutta mia ,ecco delle foto scattate da me ai miei amici sassi... Così non ho usato foto del web magari coperte da copyright e son sicura di farvi conoscere i nomi veri dei suddetti sassolini! ;)).
Se li guardate bene poi potrete riconoscerli quando li vedete nelle vetrine dei negozi e magari quando e se deciderete di comprarli non vi inganneranno!
Ne posterò piano piano una vasta gamma ,man mano che li fotograferò...
sempre che vi faccia piacere, fatemi sapere se vi interessa.. baci strega val
Ve le posto "medie" ,se cliccate sopra le foto si ingrandiscono.
Dall'alto e da sinistra :sfera e uovo di amazzonite (pietra verde) .
Sfera,piramidi e uovo di ametista (viola varie sfumature).
Calcedonio azzurro (con striature bianche e righe azzurro scuro tipo onde mare)
Tre sfere di calcite (trasparente gialla).
Drusa, sfera e uovo di celestina (sfumature celesti) .
Particolare per mostrare i cristalli della drusa di celestina...
Gruppo di fluoriti:ciotola,obelisco,piramidi,sfere,ovetto e forme geometriche di fluoriti che come vedete hanno vari colori e sfumature :dalle gamme del violetto al verde e azzurro, con trasparenze e rigature dense , sono fluoriti multicolori.Altro gruppo di fluoriti per mostrare sfumature e inclusioni a fiocco nel dodecaedro più grande, nel piccino zona trasparente.
Sfera ,uovo e piramide di quarzo rosa ,varie sfumature
Gruppo di 3 obelischi e una punta sfaccettata sempre di quarzo rosa.
(I cristalli sopra sono ovviamente lavorati da minerali grezzi, tranne la drusa di celestina che è stata solo lucidata,mentre l'uovo di celestina è stato lavorato solo all'esterno).

Ecco due bei pani da sfornare se volete risollevarvi un pò il morale, visto il tempaccio di questi giorni, talmente gelido da aver costretto anche noi Streghe dell'Antro a starcene rintanate nelle nostre casette e ad abbandonare per un pò al suo destino il nostro "covo"...

Sono tornata oggi e quando ho aperto la porticina ho trovato una tale desolazione...
Foglie secche ovunque, 4 dita di polvere su tutti i mobili, ragnatele come tende alle finestre...

Solo il fornello ho trovato usato di fresco, segno che almeno qualcuno è passato a farsi una tisana corroborante prima di rituffarsi nella tormenta di neve per correre verso casa...

Non ho certo voglia di mettermi a far le pulizie grosse... che quelle si fanno solo a Primavera ^___^ e poi ho scordato (te pareva!!!) a casa, nell'altra bisaccia, il libro degli incantesimi casalinghi e quindi non posso usare la formula "Pirulì Pirulà Tutto Lo Sporco Via Di Quà" perchè non conosco i passi, i gesti e la bacchetta potrebbe rivoltarsi contro di me... Sia mai!!!!

Però, ecco, riaccendo il fuoco nel forno vicino al camino, sposto un pò di cose dal tavolo della cucina, una sbattuta di strofinaccio per togliere la polvere (l'essenziale eh??!!!) e impasto questi due cosini qui e ve li lascio, in attesa di risentirci tutti quanti quando usciremo da questo letargo forzato... :)

PANBRUCO per risollevarsi il morale

con ricetta copincollata direttamente dalla mia cucina virtuale, togliendo qualche foto per non stancarvi troppo, ma basta andare sul nome della ricetta per il post completo :)


E' un pane inventato lì per lì, usando l'acqua di cottura del riso della pappa di ieri... (di cui parlerò in altro post).
Non avevo risciacquato il riso (250 g circa di Carnaroli cotto in 1,5 litri di acqua) prima di lessarlo e quindi, una volta cotto e tolto quello che mi serviva, quando l'acqua si è freddata è diventata una "purea" bella densa, quasi un budino molto morbido, con ancora parecchi chicchi di riso dentro... Non ho avuto cuore di buttare quella manna e mi è venuto in mente un pane di riso che fa una mia amica, ma di cui non conosco la ricetta... e allora, come mio solito, ho improvvisato... ^____^
Per impastare e lievitare ho usato la mia MDP, ciò non toglie però che si possa anche impastare a mano (stesse dosi)!

Per l'impasto:
300 ml ca. di "purea" di cottura del riso
1,5 cucchiai di olio evo
260 gr di farina "00"
200 gr di farina di Manitoba
3 cucchiaini di zucchero semolato
1 bustina di lievito per panificazione
niente sale, essendo già salata l'acqua di cottura
del riso

per decorare:

1 tazzina scarsa di latte di soya (o normale, quello che preferite)
1 bustina di zafferano in polvere
3-4 cucchiaini di "pesto di rucola"
1 manciatina di gomasio (o anche solo semi di sesamo tostati)
1 manciatina di semi di papavero
Ho messo nella MDP gli ingredienti dell'impasto nell'ordine scritto sopra e ho fatto il programma "solo impasto" (impasta e lievita senza però cuocere).
Dopo di che l'ho estratto e posato su un tagliere di legno e dato una forma allungata.
Ho preparato una piastra da forno foderata di carta-forno con una spolveratina leggera di farina.
Dal "biscione" di pasta ho ritagliato dei segmenti che ho ricomposto sulla piastra a semicerchio, come un bruco quando sta per arrotolarsi su se stesso, a contatto gli uni con gli altri ma senza appiccicarli troppo.

Ho sciolto nel latte lo zafferano e con questo ho spennellato un segmento si e uno no, tutto il "Bruco", e lo stesso ho fatto con il "pesto di rucola" per gli altri segmentini.
Ho sparso sopra a quelli gialli i semi di papavero e il gomasio sopra a quelli verdi.

Il "pesto di rucola" è una salsa che abbiamo trovato già pronta al supermercato :)
Potete sostituire con tutto ciò che preferite o che avete in frigo da smaltire... ^____^

Ho infornato a 220° per 35 minuti e il Bruco di Primavera è pronto per essere... mangiato! ^____^



E poi un bel PANDISTREGA per ricordarvi del nostro Antro, un pane che ho preparato un paio di anni fa (come vola il tempo!!!) per la notte di Halloween ma che mi piace sempre moltissimo ^____^

Anche questa ricetta copincollata direttamente dalla mia cucina virtuale e anche qui, se volete, basta cliccare sul nome della ricetta per il post integrale :)))

E' un pane di mia invenzione, ARANCIONE dato dalla zucca e "NERO" dato dalle farine integrali e da quella di castagne... peserà sui 2 kg tutti! :DDD

Io vi dò le dosi poi a voi diminuire o aumentare se volete farlo più o meno grande... o tanti bei piccoli PANSTREGATI :D

Forno bello caldo al massimo della temperatura (il mio arriva a 220°)

Per la parte ARANCIONE

300 gr. farina "00"
200 + 50 ca gr. Manitoba (50 per le "aggiunte" di cui sotto)
250 gr polpa di zucca cotta in forno
1 cucchiaio olio evo
1 cucchiaino raso sale fino
1 cucchiaio zucchero di canna Panela
250 ml acqua tiepida
7 gr lievito secco (corrispondente ad 1 bustina di lievito Mastro Fornaio della PaneAngeli)

Mescolare bene i due tipi di farina e fare una fontana al centro di una spianatoia di legno (o dentro una bella ciotolona) e fare il buco al centro, dove mettere il sale, l'olio, l'acqua tiepida e il lievito, coprire con un velo di farina e sopra aggiungere lo zucchero e la polpa di zucca passandola in un passaverdura o nello schiacciapatate con i buchi più piccoli (quello che resta "fuori" dai buchetti, buttarlo comunque nell'impasto!).

Cominciare ad impastare amalgamando man man gli ingredienti al centro del buco con una forchetta tirando "giù" la farina poco alla volta, poi impastare bene il tutto lavorando con forza la pasta, formando una palla liscia e omogenea.

Essendovi la polpa di zucca, l'impasto tenderà ad essere più bagnato, quindi aggiungete man mano farina fino a che non vi si appiccicherà praticamente più alle dita (lavoratela così almeno 15 minuti, anche più se ne avete la forza ^__^ sbattendola sul piano di lavoro... non abbiate paura di farle male! E' un ottimo antistress...) e poi sistematela in una ciotola col fondo cosparso di farina, coprite con un telo appena umido e lasciate lievitare al caldo per almeno 2 ore, magari in cucina vicino al forno acceso, o al termosifone... che tra un pò tanto tocca accenderli! ^__^

Per la parte NERA

250 gr. farina "00"
50 gr. farina d'orzo integrale
50 gr. farina di semi lino integrale
50 gr. farina di castagne!!!
100 gr. farina di farro integrale
1 + 1/2 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaino raso di sale fino
1 cucchiaio di zucchero bianco
250 ml acqua tiepida
7 gr di lievito secco (come sopra)


Amalgamate bene in una ciotola tutte le farine poi trasferite sulla spianatoia, formate la fontana, fate il buco al centro e mettete l'olio, il sale, l'acqua tiepida, il lievito e lo zucchero e cominciate, come sopra, a lavorare man mano la pasta fino ad ottenere una palla liscia, lavoratela a lungo anche se noterete che si formerà molto prima di quella arancione :)

Anche questa ponetela a lievitare al caldo per 2 ore in una ciotola col fondo cosparso di farina e coperta con un telo appena umido.

Dopo la lievitazione di entrambi gli impasti, riprendeteli e rilavorateli un pò, poi date loro la forma di due filoncini e, affiancandoli, intrecciateli l'uno all'altro, poi bagnatevi bene le mani di olio evo e "massaggiate" la superficie della treccia di pane, praticate con una lama liscia dei tagli sull'impasto e infornate in forno già ben caldo sulla placca del forno stesso (con sotto la carta forno) per almeno un'ora o fino a che la crosta non sarà bella dorata.

Lasciate freddare a forno semiaperto e... gustate poi così, semplicemente decidendo per ogni fetta se finire col sapore di "castagna" o di "zucca" oppure fatene delle bruschette con un olio delicato o con un filo di miele.... :P***

Sito denuclearizzato


BENVENUTI!

Benvenuti o viandanti! Prego, fermatevi pure nel nostro magico antro, sedetevi e godete del nostro caldo focolare nelle freddi notti invernali o dell’ombra delle fronde all’ingresso della nostra grotta in cima al monte!
Ci sarà sempre ad attendervi una buona tisana o una zuppa rinvigorente…
Potreste fermarvi solo qualche ora o anche qualche giorno e divertirvi con noi ad ascoltare le tante storie che abbiamo da raccontare, frutto della nostra secolare esperienza di vita da Streghe.
Badate bene però! Siamo Streghe Bianche e aborriamo i sortilegi cattivi, i malocchi e tutta sta robaccia abominevole! Se siete in cerca di incantesimi che riducano zoppicante il vostro vicino, che facciano imbruttire la bella di turno, o, ancora, se siete alla ricerca della medicina miracolosa… siete NEL POSTO SBAGLIATO! Tutto quello che diciamo, raccontiamo, cuciniamo, consigliamo è solo per il nostro personale divertimento!!!
Non ci sogniamo nemmeno di sostituirci ai cerusici e ai medici dei villaggi!
Se ciò che vi affligge sono pene d’amore, da noi potrete trovare tutto il sostegno possibile, anche una spalla su cui piangere, ma nulla di più!
Lungi quindi da noi chiunque creda pedissequamente a tutto ciò che gli si dice… siamo stati dotati di una mente assai funzionante e quindi, dopo il momento ludico passato nella nostra grotta, se questo vi ha apportato giovamento e allegria, si torna con i piedi per terra, si appoggia la scopa nell’angolo d’onore della Cucina Stregata e si rivestono i panni di Donne e Uomini “moderni”… almeno fino al prossimo incontro! ^__^
Le streghe

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amicici ...

"Tre volte miagola la gatta in fregola,
tre volte l'upupa lamenta ed ulula,
tre volte l'istrice guaisce al vento...
Questo è il momento.
Su via!
Sollecite giriam la pentola,
mesciamvi il circolo possenti intingoli:
sirocchie, all'opera!
L'acqua già fuma,
crepita e spuma.....
tu rospo venefico che suggi l'aconito,
tu, vepre, tu, radica sbarbata al crepuscolo
và, cuoci e gorgoglia nel vaso infernal.......
tu, lingua di vipera,
tu, pelo di nottola,
tu, sangue di scimmia,
tu, dente di bottolo,
và, bolli e t'avvoltola nel brodo infernal......
tu, dito di un pargolo strozzato nel nascere,
tu, labbro di un tartaro,
tu, cuor d'un eretico,
và dentro, e consolida la polta infernal.......
e voi, spiriti negri e candidi,
rossi e ceruli,
rimescete!"
voi che mescere ben sapete,
rimescete! riemescete!

(MacBeth-William Shakespeare)

A pesca nel calderone magico....


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