Visto che la notte di Halloween si avvicina, ho intenzione di proporre per tutto l'arco del mese, una serie di film, non eccessivamente paurosi, anzi, alcuni anche comici da poter vedere la sera del 31.
Si comincia da:
La leggenda di Sleepy Hollow
Ghignando attraverso i denti scuri e appuntiti, il Cavaliere (non più) Senza Testa (Christopher Walken) salta con il suo smisurato stallone dentro l'Albero dei Morti. Con sé, tenendola per i capelli biondi, porta Lady Van Tassel (Miranda Richardson). È soddisfatto, il mostro venuto dall'Assia. Come donna, la sua preda è appetitosa. Come strega, promette d'essere all'altezza della situazione. Verso la metà di Il mistero di Sleepy Hollow, Ichabod Crane (Johnny Depp) ce l'aveva ben detto. Quello che si apre fra le radici dell'albero è un passaggio: una soglia tra il mondo di sotto e il mondo di sopra. È proprio da là, da quella bocca o vulva o sfintere, ora spunta la mano candida della strega. Invitante, con la palma rivolta verso l'alto, s'allunga verso il giovane poliziotto. L'indice si piega appena, inequivocabile. Un mondo "chiama" l'altro: i morti chiamano i vivi, l'incubo chiama la veglia, le ombre chiamano la luce. Manca poco alla fine del film, e ci prende una strana inquietudine. Vorremmo anche noi andarcene per un po' oltre il passaggio. Non si tratta solo di seguire la bella Lady Van Tassel, là dove promette di dare il meglio di sé. È proprio il Cavaliere che ci fa quest'effetto spaesante. Nonostante la sua disdicevole insistenza nel collezionare teste altrui, non ci impaurisce solo. Come la mano candida protesa verso Ichabod, la sua mostruosità pare anche chiamarci. Questo è il cinema di Tim Burton: un passaggio ininterrotto, e in entrambe le direzioni, della linea incerta che sta fra il qui della veglia e l'altrove del sogno e dell'incubo. I suoi mostri sono creature di confine, forme precarie che si muovono fra la morte e la vita, ombre di carne che eludono qualsiasi stabilita. In Il mistero di Sleepy Hollow, per la verità, non sembrano esserci mostri comici. Il Cavaliere sta (quasi) del tutto dentro il suo ruolo narrativo dichiarato. Lady Van Tassel è deliziosamente malvagia (in particolare quando, bambina, decide con candida perfidia della sorte del Cavaliere). Quanto alla sorella, il suo rancore per lei, che certo ha fatto più carriera, le toglie qualunque sentore d ironia. Eppure c’è, il comico, in questo film tratto da un vecchio racconto di Washington Irving (178~1859). Regia e sceneggiatura (di Kevin Yagher e Andrew Kevin Walker) ne fanno l'inaspettato carattere del protagonista più "normale": Ichabod Crane. E attorno a lui che il tragico - pur nella forma attenuata d'un horror che sceglie i colori e la lievità della favola - viene trasfigurato e alleggerito nel riso. Da un lato, nell'anno di grazia 1799, il giovane poliziotto è fiero assertore dei nuovi metodi investigativi. Invece di cercare la verità dentro i corpi degli imputati con la tortura, la cerca alla luce della razionalità induttiva. D'altro lato, quando li applica, quei nuovi metodi paiono, certo involontariamente, "mostruosi" come gli antichi. Sparge strane polveri, che producono ancor più strani fumi, per esempio. E poi si barda con un apparato ottico spaventoso quasi quanto gli arnesi di tortura. Per sovrammercato, sporcandosi di sangue come il più solerte dei boia, incide cadaveri con un’inquietante lunga unghia sadica d'acciaio, che viene direttamente da Edward mani di forbice (1990). E poi, soprattutto, Ichabod è stranamente fragile: basta un cenno di fantastico, perché cada in terra svenuto, o perché se ne stia a letto per giorni interi. Ben lontano dalla granitica razionalità d'uno Sherlock Holmes ante litteram, sta in precario equilibrio su quella tal linea, fra il tragico e il comico, la veglia e l'incubo, il mondo di sopra e il mondo di sotto. Una linea, dunque, che somiglia a quella felicemente inafferrabile che, nel cinema, separa e unisce verità e illusione, e che Burton cita più volte con la magia d'un rosso medaglione rotante. Insomma, con tutta la sua fiera e ferma fede nella razionalità induttiva, Ichabod somiglia al Cavaliere Senza Testa. Come lui, abita nei pressi d'un confine, attratto da un passaggio. Non a caso, è lui il suo antagonista, il solo che possa comprenderlo e vincerlo. Qualcosa ci lascia sperare che il suo ritorno a New York non sarà tranquillo come egli stesso immagina. Ce lo suggerisce, fra l'altro, quella tal mano bianca che lo chiama, spaesante come un incubo, invitante come un sogno.
recensione tratta dal sito: www.mymovies.it
8 magici commenti:
Visto!
Gran bel titolo hai suggerito!
Grande!!! Uno dei miei film preferiti!
Abbiamo avuto la stessa idea, anche se io sul mio blog mi sto concentrando più sui film horror. Però Sleepy Hollow è immancabile per Halloween!
Ciao ciao ^^
Visto 5 volte credo....stupendo!!!!!
ma tutti a tema Halloween?
Io mi rivedrei per la milionesima volta Giovani Streghe ^_______^
Ringrazio la mia amica Mela di avermi passato il vs link :-)
Tim Burton è un genio ed ama profondamente Halloween!!!
Non si nota che mi piace un sacco vero?????
Sleepy Hollow fantastico.
Ciao Ale
Ma che belli che sono i vostri blog, non vi conoscevo, peccato mortale!!!!!!! ^__^
bohemien: ma mi hai rovinato la sorpresa!!! ^_^
scherzo, comunque parlerò di film in cui si parla di streghe, non solo halloween ...
Tim Burton forever!!!!!!!
^__^
Bellissimo il vostro blog! L'ho appena scoperto e mi é piaciuto tantissimo! Complimenti!
Si, probabilmente lo e
La ringrazio per Blog intiresny
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